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Immagine del redattoreSimone Capra

IL CALCESTRUZZO PUÒ “ASCOLTARE”?

Proviamo a pensare per un attimo di trovarci nelle due decadi tra le Guerre Mondiali, avendo ben impresse nella nostra mente la devastazione causata dai raid aerei, che hanno distrutto città, villaggi, chiese, ecc…, e proviamo a pensare di dover trovare una soluzione per poter sapere in anticipo dell’arrivo di bombardieri nemici, onde poter organizzare un minimo di difesa, o solo per poter attuare un piano di fuga…ebbene, nel Regno Unito, nel periodo intercorso tra le due guerre, il Dr. William Sansome Tucker fu incaricato dal governo britannico di progettare un sistema di difesa atto ad “informare” in anticipo di eventuali attacchi aerei. E cosa progettò al riguardo? La tecnologia radar era ancora lontana dall’essere inventata, per tanto concepì un insieme di particolari costruzioni in calcestruzzo da utilizzare come “orecchie”! Si, avete capito bene, questi padiglioni in calcestruzzo “ascoltavano” l’aere ed erano in grado di amplificare il suono dei motori di eventuali aerei nemici che si stavano avvicinando.


A partire dalla fine degli anni venti del secolo scorso, lungo tutta la costa sud-est e nord-est dell’Inghilterra si iniziò a costruire una specie di catena di “parabole” in grado di captare il suono degli aerei. Queste massicce costruzioni in calcestruzzo non erano però poi così tanto semplici come si potrebbe pensare: se prendiamo ad esempio una delle parabole dei radar, essa è di forma o ellissoide o parabolica (i riflettori dei radar ruotano su 360°). I padiglioni del Dr. Tucker invece erano piuttosto semisferici come forma (essendo statici non potevano di certo ruotare), conformazione che, oltre ad essere ideale per captare le onde sonore, permetteva di posizionare un microfono nel punto focale, microfono che poteva essere posizionato diversamente in base alle necessità. Sotto ai padiglioni era costruito un bunker dove alloggiavano gli operatori addetti alla ricezione, oppure il microfono era collegato ad una postazione di ascolto in una trincea nelle immediate vicinanze.


Anche la posizione era strategica: i padiglioni dovevano essere costruiti lontano da centri abitati, o in cima a delle collinette o, se in prossimità della costa, almeno a due-trecento yards di distanza dal mare: questo perché il rumore delle onde, i rumori delle città, lo stesso fruscio delle foglie degli alberi interferivano nella ricezione del segnale acustico.


Queste strutture erano piuttosto massicce, potevano raggiungere anche i 9 metri di diametro, ed essendo in grado di amplificare di almeno quattro volte il suono, davano una quindicina di minuti di preavviso alla popolazione ed alle forze militari di un impellente attacco aereo. Però, con il progredire della tecnologia, ben presto a partire dagli anni Trenta queste strutture divennero sempre meno efficaci: se un aereo della Prima Guerra Mondiale poteva raggiungere al massimo le 120 miglia orarie, i bombardieri in uso nella Seconda Guerra Mondiale potevano volare facilmente a 350 miglia orarie, rendendo pertanto questi padiglioni praticamente inutili. Lo sviluppo parallelo della tecnologia radar, implementata nell’esercito all’inizio degli anni Quaranta, decretò praticamente la fine del progetto “concrete mirrors”.


Queste strutture ora sono dei siti archeologici e turistici che si possono tranquillamente visitare. Il più famoso di questi elementi è sito in un’isola a Denge, una ex base militare della Royal Air Force, ma ce ne sono ancora di esistenti nel Kent come in altre parti della Gran Bretagna, e pure a Malta. Il libro “Echoes from the Sky” di R.N. Scarth racconta in modo dettagliato la storia del progetto del Dr. Tucker, e rappresenta un must da leggere per chi ne vuole approfondire la conoscenza.


Nonostante ciò, questi enormi padiglioni auricolari ebbero un’importanza notevole nello sviluppo delle tecnologie di difesa aerea, anche del radar stesso, se pur indirettamente, perché furono le prime stazioni di ascolto interconnesse con le postazioni dell’esercito che permisero ai tecnici di sperimentare la metodologia di trasmissione del segnale per tracciare la posizione di un mezzo nel cielo, che non è altro che la base della tecnologia radar stessa.



“Concrete Mirror” vicino a Kilnsea Grange, East Yorkshire, UK. Il palo che si vede di fronte era quello su cui veniva posizionato il microfono (fonte Wikipedia)



Il complesso di padiglioni a Denge, ex base militare della Royal Air Force (fonte Wikipedia)




BIBLIOGRAFIA

Tijana Radeska, Giant Concrete “Sound Mirrors” were Used to Detect Enemy Aircraft Before Radar, 2018/12/11, www.thevintagenews.com.

The concrete blocks that once protected Britain, 7 January 2019, www.bbc.co.uk.

Acoustic mirror, www.en.wikipedia.org.

BRITAIN’S GIANT CONCRETE EARS, BUILT TO WARN OF AN ENEMY AIRCRAFT ATTACK, 30th October 2017, www.ronimix.co.uk.

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