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Immagine del redattoreP-Concrete

“CONDIRE” IL CALCESTRUZZO CON ZUCCHERO E SALE

Il tempo di presa del calcestruzzo è una variabile. Sono tanti i fattori che contribuiscono a modificarlo, la stagionalità è forse una fra le condizioni dall’impatto più rilevante sul tempo di presa. In questo breve post ci focalizzeremo su due metodi per modificare il tempo di presa, allungandolo o abbreviandolo. Zucchero e sale.


E’ risaputo, specialmente a quelli con più anni di servizio alle spalle, che nel passato (non troppo remoto) era di uso comune avere qualche chilo di zucchero in cantiere e/o nella cabina dell’autobetoniera, nel periodo estivo. Era infatti abbastanza normale incontrare qualche ritardo durante il getto ed il modo più semplice, economico e veloce di continuare ad usare il calcestruzzo trasportato in cantiere senza ricorrere alle aggiunte d’acqua era proprio quello di aggiungere zucchero così da prolungare il tempo di presa e quindi completare il getto senza ulteriori intoppi.


Si tratta di una soluzione che ha ancora validità? Bè, c’è tanto materiale sull’argomento disponibile in rete e, per dirlo velocemente, la risposta può essere ancora: sì. Comunque io preferirei aggiungere un “MA” alla risposta.


Il processo di ritardo attivato dallo zucchero è (ovviamente) di natura chimica. Non entro nel merito in termini approfonditi perché, come ben sapete, non è nelle corde di questo blog, qui si fanno solo “chiacchierate” di ordine pratico; in parole semplici tale processo può essere descritto come una sorta di “effetto scudo” intorno alle particelle di cemento così da impedirene lo sviluppo dei prodotti di idratazione. Questo contribuisce ad un abbassamento del calore di idratazione (con conseguente minimizzazione delle fessurazioni) e diminuzione della viscosità, il che consente un maggior mantenimento della lavorabilità nel tempo….ma tutto questo non dura per sempre. Ciò significa che dopo un po’ non solo il processo di presa e indurimento ricomincia ma che con molta più facilità si avranno fenomeni di segregazione con conseguenti problemi di pompaggio con rischio di bloccaggio.


In aggiunta a tutto questo va ricordato che la quantità di zucchero aggiunto dev’essere controllata e non lasciata “all’esperienza” del capo cantiere o dell’operatore dell’autobetoniera. Normalmente 0,1-0,3% sul peso del cemento è un rapporto ragionevole, ma di nuovo….eviatate il “fai da te”! Potreste raccogliere segregazione, tempi di presa e indurimento quasi eterni se non addirittura mancanza di presa e indurimento e problemi simili.


Chiedete lumi al reparto tecnologico del vostro fornitore di fiducia, oppure chiedete consiglio ad un tecnologo del calcestruzzo esperto se volete evitarvi inutili problemi e ansie. Non è un caso che l’uso di zucchero da cucina sia ormai pressoché abbandonato nel “mondo reale” e sostituito con zuccheri chimici sotto forma di specifici additivi per calcestruzzo accompagnati da schede tecniche e supervisione tecnologica.


Al giorno d’oggi è sempre meglio prevedere in quali condizioni climatiche il calcestruzzo verrà gettato e accordarsi quindi con il preconfezionatore prima del getto stesso così da scegliere la miscela più adatta ad ogni singola situazione. Ciò aggiungerà una vera e propria garanzia di qualità sul prodotto consegnato in cantiere, cosa impossibile da avere quando si effettua il “fai da te”.


E che dire del sale invece? I cloruri accelerano il processo di presa e indurimento del calcestruzzo conducendo, nelle prime ore dal getto, allo sviluppo di valori di resistenza a compressione più alti rispetto a calcestruzzi che siano invece privi di cloruri. Significa questo che è possibile aggiungere cloruro di sodio (il comune sale da cucina) al calcestruzzo durante la stagione invernale o comunque durante la stagione fredda per accelerare i tempi di presa e indurimento? In teoria sì….MA siete caldamente scoraggiati dal farlo! Prima di tutto questo tipo di cloruri sono decisamente aggressivi nei confronti dei ferri di armatura quindi sarebbe una specie di suicidio aggiungerli deliberatamente, in secondo luogo esistono specifiche norme che limitano la quantità di cloruri che possono essere presenti nella miscela di calcestruzzo dal momento che talvolta la loro presenza (sebbene in proporzioni minime) potrebbe essere inevitabile perché contenuti in piccolissime percentuali negli aggregati e/o in certi additivi per calcestruzzo; aggiungere altri cloruri non avrebbe quindi alcun senso, visto che in fase di progetto di miscela si cerca di ridurli al massimo per rientrare nei parametri considerati accettabili.


Alcuni pensano che il cloruro di calcio potrebbe essere una soluzione alternativa, ma purtroppo, anche in questo caso i ferri di armatura sarebbero esposti alla corrosione prematura e pure il calcestruzzo avrebbe di che soffrirne dal punto di vista chimico, inoltre anche in questo caso va tenuto conto dei minimi stabiliti a livello normativo. Quindi è impossibile accelerare i tempi di presa e indurimento? Non proprio.


Sali possono essere efficacemente usati a tale scopo, ma non stiamo parlando di normali sali o altri cloruri. Parliamo di specifici sali chimici che negli opportuni dosaggi sono innocui tanto al calcestruzzo quanto ai ferri di armatura. Quali sali? Bè, se davvero volete approfondire questo argomento significa che siete degli appassionati di chimica, ma….scusatemi, questo blog è “Practically Concrete” quindi solo cose “pratiche”! Inoltre, vi invito a trovare tutto l’aiuto di cui avete bisogno consultando il vostro preconfezionatore di fiducia che, attivando il proprio laboratorio tecnologico, sarà senz’altro in grado di “ritagliare” la soluzione ideale che soddisfi il vostro reale bisogno fornendovi al contempo tutte le spiegazioni approfondite che desiderate avere.

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