Forse al solo parlare di provini di calcestruzzo a qualcuno cominciano i mal di testa. Rck, Fck resistenza media, deviazione standard, fattori di conversione…..aiutoooooo!
Tranquilli, non discuteremo di formule o dettagli legislativi qui, ma in linea con la filosofia di questo blog, osserveremo la questione da un punto di vista pratico, in altre parole: come realizzare correttamente i provini e come “trattarli” prima di sottoporli ai test di compressione.
Cominciamo con gli stampi (in genere le cosiddette “cubiere”…ma non esistono solo loro…): normalmente è possibile averli in metallo, plastica rigida e polistirolo.
Quanti provini vanno confezionati? Ci sono svariate norme a seconda dell’area del mondo dove si opera e come detto non entrerò in questi dettagli, quindi il mio suggerimento è di fare una bella chiacchierata col vostro direttore dei lavori oppure col preconfezionatore di fiducia.
Comunque, un valido suggerimento è di avere almeno un campione (2 cubi/cilindri) per ogni giorno di getto e per ogni diverso mix usato anche nello stesso giorno.
Come confezionare un provino? Regola n. 1 “mai campionare il calcestruzzo ad inizio o fine scarico”. Il campione che otterreste non rappresenterebbe adeguatamente il calcestruzzo di quella specifica fornitura.
Lo stampo (cubiera o cilindro che sia) va riempita in 3 strati pressoché simili ed ogni strato va compattato accuratamente, l’ultimo va compattato a rifiuto. Per la compattazione potete usare un pestello metallico, un ago vibrante (di tipo specifico, vi prego! Non usate quello da cantiere!) o un piatto vibrante per campioni di calcestruzzo. Lo stampo, come detto, dev’essere perfettamente riempito e la faccia superficiale perfettamente rettificata. Ad operazione completata il provino va identificato apponendo una carta sulla faccia esposta dove verranno annotati perlomeno la data, il numero di bolla di consegna del calcestruzzo soggetto a campionamento, il tipo di struttura gettata, il nome del cantiere e le firme dell’operatore e del direttore dei lavori o suo rappresentante incaricato.
La faccia esposta va protetta con un tappo isolante dopodiché i provini vanno posizionati su una superficie piana e pulita. Dopo 24 ore i provini vanno disarmati e lasciati a maturare ad esempio in un contenitore pieno d’acqua mantenuta tiepida (20 °C ±2) per mezzo di una termocoppia e/o mantenendo i provini in una stanza riscaldata non troppo asciutta e/o isolare i campioni in modo da proteggerli dal sole o dal freddo. I campioni devono rimanere in maturazione il più a lungo possibile prima del compimento del 28° giorno, ricordando che un giorno o due occorrerà per l’asciugatura del provino per la prova a compressione.
Ricordate che questo piccolo campione rappresenta il calcestruzzo usato per realizzare strutture ben più grandi, per questo è di vitale importanza che sia confezionato e maturato con la massima cura e perizia.
Una breve lista di cose da NON fare:
Prelevare il campione di calcestruzzo fresco direttamente dal luogo dove è gettato
Prelevare il campione all’uscita della pompa
Aspettare troppo prima di confezionare il provino dopo aver prelevato il campione
Non compattare il provino o farlo in modo pressapochista
Non identificare il provino
Lasciare i provini appena confezionati su una superficie non piana e/o scabra
Lasciare i provini esposti alle condizioni ambientali senza protezione
Lasciare i provini nelle forme per un tempo superiore alle 24 ore
Non eseguire la fase di maturazione come sopra descritta.
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